02 dicembre, 2009

Il tempo che vorrei


Opinione personale

Dopo aver letto tutti i libri di Volo, pensavo che sarebbe caduto nella banalità di ripetere i soliti luoghi comuni e frasi fatte come forse spesso è accaduto nei suoi libri.
Ho trovato invece in questo libro qualcosa di nuovo che mi ha appassionato dalla prima all'ultima pagina, che mi ha riempito della curiosità di sapere come i suoi due "amori" sarebbero finiti.

Voto 8 / 10

Descrizione del libro

Ci sono padre e figlio su un treno, non si sa per dove né perché. Il figlio ha l'età dell'autore, e non è questa l'unica somiglianza. In treno, si sa, è facile perdersi nei pensieri. E allora il figlio pensa, e ricorda. Un'infanzia fatta di fantasie assurde, le stesse che passano per la testa a quasi tutti i bambini. Un amore finito male. L'amicizia, la malattia, il lavoro, il riscatto sociale. Ma il figlio pensa al padre, soprattutto. È innegabile ormai che la notorietà di Fabio Volo non basta da sola a spiegare le ragioni del successo enorme che, con due milioni e mezzo di copie e un passaparola entusiasta e incessante, lo ha reso uno degli autori più letti in assoluto in Italia. Nessuno come lui infatti riesce a entrare in sintonia con il sentire, superficiale e profondo, di una macrogenerazione che va dai ventenni ai quarantenni e oltre. E con questo nuovo libro, trattando con una sensibilità e un'efficacia sorprendente temi cari a tutti (e al suo pubblico in maniera particolare), si consacra come voce di primissimo piano della nostra narrativa.

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